
Sfide globali per il lusso
In un anno di incertezze congiunturali e crisi geopolitiche, il mercato dei beni di lusso si assesta intorno ai 1.081 miliardi di euro, con una crescita del 4% a cambi costanti. I consumi del comparto “personal luxury” registrano una lieve flessione, ma dovrebbero tornare a crescere nel 2017, con un +3% per l’abbigliamento e un +3% per gli accessori. Le stime sono dell’Osservatorio Altagamma 2016, annuale appuntamento che fotografa l’andamento del segmento più alto del mercato.
Nel 2016 l’industria dell’alto di gamma è stata chiamata a fare i conti in particolare con il calo degli acquisti da parte dei cittadini cinesi, che rappresentano da diversi anni la prima nazionalità di consumatori del lusso. A ciò si aggiungono, il decremento dei flussi turistici in Europa e un tasso di cambio meno favorevole all’euro rispetto all’anno precedente. Ciononostante, il settore è cresciuto del 4%. Per il presidente di Fondazione Altagamma, Andrea Illy, “la nostra industria sta vivendo un cambiamento di paradigma sostanziale: evolvono il retail e i modelli distributivi; cambia il consumatore e la governance delle imprese. Oggi più che mai, dunque, bisogna tutelare i nostri intrinseci vantaggi competitivi: il patrimonio di bellezza naturale e artistica, la sensibilità estetica e stilistica, le competenze artigianali e tecniche delle nostre filiere”.
Di sfide per le aziende italiane che si collocano nella fascia alta del mercato ha parlato anche Michele Norsa, consulente ed ex ad di Ferragamo, durante un convegno organizzato da Pambianco e Deutsche Bank: “Credo che oggi la sfida sia globale, con consumatori sempre più complicati, che hanno un potere d’acquisto straordinario e si muovono nel mondo. Penso alla Cina e agli Stati Uniti, ai millennials e a quella ‘generation two’ formata da 316 milioni di giovani nati dopo il 1982”.
Biella, 23 Novembre 2016