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Metamorfosi

52a edizione

Gallery Proposte di sviluppo prodotto · tema 1

“Animali”

Gallery Proposte di sviluppo prodotto · tema 2

“Vegetali

Gallery Proposte di sviluppo prodotto · tema 3

“Minerali”

Gallery Proposte di sviluppo prodotto · tema 4

“Temporali”

Gallery filati

Gallery cartelle colore

Introduzione

A cura di Gianni Bologna

Inizio con un’evidenza dicendo che il distacco dai codici estetici precedenti avvenuto anni fa ha portato, in particolare nel mondo del tessile-moda (ma non solo: pensiamo anche a certi exploit del design industriale e non solo) al successo di prodotti con un’estetica confusa e caotica che riflette il disordine proprio di tutte le epoche in cui si sovrappongono e convivono pulsioni contraddittorie nonché il relativismo proprio di un multiculturalismo non di rado frainteso.

In questo quadro abbiamo assistito e continuiamo ad assistere a fenomeni che possono sembrare estremi e non sempre accettati da tutti come “estetici”. Il culto del corpo e l’attenzione al naturalismo, ad esempio, possono essere alla base di fenomeni (nel modo in cui oggi sono praticati) quali certe operazioni corporali come i tatuaggi, i piercing o certe acconciature o la tendenza all’esposizione di parti del corpo che si avvicinano alla nudità e che sono assimilabili, tra le altre cose, a pratiche ancestrali miranti alla fusione o alla ricerca di simbiosi dell’Umano con l’animalità o il vegetale e, più in generale, con madre natura.
Ci si può allora porre la questione se non ci sia in atto una dicotomia tra etica e estetica essendo, tra l’altro, innegabile che i termini “estetica” e “bellezza” siano alquanto svuotati di significato e dunque se non sia auspicabile oggi effettuare una ricerca sul  concetto di armonia (o consonanza) che non solo può essere più attuale ma ha è anche portatore di una sfumatura etica, il che ci permette di fare un passetto in sù.

Cercando di sublimare questi presupposti dedichiamo queste proposte di sviluppo prodotto al tema delle “METAMORFOSI” (idea che non soltanto è una perennità della storia dell’uomo ma è forse il grado massimo di simbiosi e armonia possibile) con l’intento di mettere in luce l’idea di compenetrazione e di interazione tra esseri e cose.
Si potrebbe parlare di “empatia” oppure di “ethos condiviso” per rappresentare il distacco da un passato segnato dalla separazione tra l’uomo ed il suo ambiente rispetto ad una modernità e ad un futuro che, di contro, virano verso l’ecosofia vissuta come fondamento (o speranza o aspirazione, come si preferisce) per una reale armonia dell’umanità con il suo habitat, umanità che inizia a percepire che il modello eco-colonialistico sta arrivando al capolinea. Questo cambiamento in atto da qualche tempo si sta avvicinando ad un punto critico e ciò non è se non un’ulteriore prova del fatto che quella che stiamo vivendo non è un’epoca di cambiamenti ma, come si sottolinea da più parti, è piuttosto un cambiamento d’epoca, di passo e di parametri.

Diventa quindi necessario oltrepassare quegli schemi che ci portavano ad immaginare la ripresa economica solo come conseguenza di una ripresa dei consumi puri e semplici puntando invece verso un concetto alquanto più complesso che è quello della diversificazione delle fonti e dei processi così come quello dei risultati da raggiungere e dei conseguenti metodi applicativi.
Si tratterà di agire CON e non CONTRO. Agire con tutte le nuove alternative possibili di lavoro che ciò comporta.

In discussione ci sono dunque la prospettiva corta, pilastro portante del “fare” moderno, e l’azione dominatrice sulla natura che sono stati il solo orizzonte di un’esistenza ritenuta “di successo” mentre invale poco a poco l’altro pensiero accennato sopra: quello dell’empatia e della fusione dell’umano con l’ambiente privo di ogni aspetto eco-colonialistico. L’impressione è quella che si sia ancora una volta ripartiti in guerra (di religioni secolari e laiche).

Concludo con la bellissima iscrizione che si trova sulle basi delle statue di Iside, dea egizia della Terra,  a Saїs:

IO SONO TUTTO CIÒ CHE È STATO, CHE È E CHE SARÀ E NESSUN MORTALE HA MAI ALZATO IL MIO VELO.

Tipologie

In ragione di questi presupposti  abbiamo lavorato su immagini e concetti che rappresentano le compenetrazioni e simbiosi tra le presenze umane e non umane di questo pianeta. La fusione di queste componenti ha prodotto immagini metamorfiche sospese nell’attimo della mutazione e, dunque, nello stato indefinito proprio di ogni cambiamento con tutte le caratteristiche che le identificano: la fluidità, la mutazione di forma, la variazione cromatica, il disegno irregolare e non definito, le superfici che da opache diventano riflettenti e viceversa, da solide diventano fluide, da materiche si trasmutano in trasparenti.

I materiali tessili coinvolti sono molteplici e le loro combinazioni puntano a creare effetti di superfici mosse in cui anche i giochi di armatura sono preferibilmente in unione con presenze di elastomeri o comunque di elementi che possano in qualche modo “deformarne” leggermente l’andatura regolare ripetitiva del disegno e della struttura del filo e del tessuto.

Si conferma l’allontanamento della fantasia dal tinto in filo a ratiera con superfici piatte e statiche che esprimono solo effetti grafici così come la considerevole presenza di tipi jacquard e di tipologie stampate/sovrastampate con l’unione anche di tecniche diverse e, non ultimo, come il ricamo e gli effetti materici.

Numerosi sono i tessuti che presentano trasparenze totali o parziali o a disegno ed aspetti metallici e madreperlacei, riflettenti.
Questi ultimi sono importanti ma a condizione di essere dosati con delicatezza e nel colore e nella visibilità.

Questa non-definizione di base non esclude che siano presenti anche i materiali nell’atto di “concretarsi” e questo attimo di “materializzazione” è rappresentato da alcune tipologie opposte alla tendenza descritta sinora, vale a dire quasi rustiche e un po’ grezze. Ci si orienta dunque sui grandi classici “solidi” in varie forme basate su titoli medio grossi di fibra cellulosica naturale ma anche con lane rustiche per il mercato del pronto invernale.

Gli effetti di mano dati dalla nobilitazione sono di importanza primaria sugli uniti e falsi uniti anche per il mercato più classico.

Tutta la presentazione è articolata  in quattro parti fuse una nell’altra e, volutamente, non scandite da separazioni (ciononostante riconoscibili facilmente nelle fasi di  passaggio): animali, vegetali, minerali, temporali.

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