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Made in, ultima chiamata

Il 16 aprile è un giorno cruciale per le sorti del “Made in”: per quella data è infatti fissato il voto del Parlamento europeo – l’ultimo prima della chiusura per le elezioni di maggio – sulla proposta di regolamento che potrebbe imporre l’etichettatura di origine obbligatoria su prodotti finiti e semilavorati.

Se la proposta sarà approvata dal Parlamento europeo, l’attuale Commissione Ue, in carica fino all’autunno, potrebbe far partire il negoziato alla ricerca di un accordo finora impossibile da raggiungere per la contrarietà della Germania e dei paesi dell’area anglo-scandinava.

Del tema si è discusso in un incontro promosso da Assocalzaturifici e Confindustria a Milano, dal titolo significativo: “Made in, ultima chiamata”. Al dibattito sono stati invitati i deputati europei dei diversi schieramenti politici che più da vicino hanno seguito il dossier. Se Cristiana Muscardini (Conservatori) ha espresso “Forti dubbi sul buon esito dell’iter se non ci sarà l’impegno forte del Governo italiano sin dall’inizio del semestre di presidenza europeo”, Patrizia Toia (Pse) si è detta “più ottimista: il Parlamento europeo, in commissione, ha già votato per questo testo. Inoltre, il presidente del Consiglio è sensibile a questi temi e potrebbe negoziare a favore del “made in”, magari in cambio di qualche concessione su dossier per noi meno prioritari ma importanti per altri paesi”. Lara Comi (Ppe), invece, ha sottolineato come “il blocco dei dossier più scottanti in Consiglio vada superato dotando l’Europarlamento di iniziativa legislativa e rafforzando l’unione politica”.

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