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Coloranti dall’Asia: un problema di tutta la filiera

La carenza di alcune materie prime (e conseguente rialzo dei prezzi) utilizzate dall’industria tessile è una questione che riguarda l’intera filiera tessile e per questo Smi- Sistema Moda Italia lancia un appello per un’azione comune di tutti i comparti, a monte e a valle.

Il problema nasce lontano da noi, in Asia, con la chiusura per inquinamento di alcune importanti aziende (cinesi e indiane in particolare) produttrici di intermedi e coloranti. Le conseguenze sono state immediate per le aziende italiane della nobilitazione, che negli ultimi mesi hanno dovuto affrontare non poche difficoltà di approvvigionamento e un notevole rialzo dei prezzi dei materiali, fino al + 40 per cento.

In un comunicato, Smi sottolinea che se “la carenza di ausiliari e coloranti ha avuto immediate ricadute negative sia a livello produttivo sia economico sul comparto della nobilitazione tessile, è altrettanto vero che è inevitabilmente destinata a coinvolgere, in un lasso di tempo solo leggermente più lungo, l’intera filiera, proprio in considerazione dell’importanza fondamentale delle lavorazioni di tintura, stampa e finissaggio per la moda made in Italy”. Da qui la necessità di una posizione comune di tutta la filiera italiana, anche in vista di un coinvolgimento del Governo nella ricerca di soluzioni. E non è solo l’associazione imprenditoriale italiana a preoccuparsi: Euratex (European Apparel and Textile Confederation) ha già diffuso un documento per sensibilizzare la Commissione Ue al problema.

La posizione di Smi è condivisa anche a livello territoriale. Marilena Bolli, presidente dell’Unione Industriale Biellese, ha infatti sottolineato che “In Europa e in Italia sottostiamo a regole molto rigide in materia ambientale e non possiamo che apprezzare una maggior attenzione all’ambiente anche nei paesi emergenti, che per le nostre aziende significa, di conseguenza, la possibilità di competere in modo più equo. Questo tuttavia non può trasformarsi in un ulteriore danno per la filiera italiana: continueremo nel monitoraggio con il coordinamento di Smi, ribadendo che gli adeguamenti in tema di salvaguardia ambientale non possono scaricarsi sulle imprese che già da molti anni hanno realizzato importanti investimenti per la tutela delle persone e del territorio”.

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