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Italian Quality, un marchio controverso

Mentre in Europa si discute di “Made in”, anche il parlamento italiano si propone di tutelare i prodotti di eccellenza realizzati nel nostro paese. È stato infatti presentato un disegno di legge in sette articoli per l’istituzione del marchio “Italian Quality”.

“Italian Quality”, nelle intenzioni dei proponenti, si configurerebbe come un marchio collettivo, di proprietà dello Stato italiano, registrato in sede comunitaria e internazionale. Le imprese italiane artigiane, srl, reti di impresa, cooperative e i consorzi iscritti alle Camere di commercio, con domicilio fiscale in Italia, potrebbero richiederlo per prodotti di eccellenza che riportino la marcatura “Made in Italy” e che abbiano subito in Italia almeno un’ulteriore e precedente lavorazione rispetto all’ultima.

Molte perplessità su questa proposta di legge sono state espresse da Lisa Ferrarini, presidente del Comitato tecnico per la tutela del “Made in” e lotta alla contraffazione di Confindustria: “C’è il rischio – ha dichiarato – che i suoi effetti vadano a detrimento della competitività complessiva del sistema industriale nazionale depotenziando il valore del Made in Italy. Inoltre, l’istituzione dell’albo e la definizione dei disciplinari settoriali appare suscettibile di comportare costi e oneri ingiustificati per le imprese”.

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