43ª edizione di FILO: a FILOHappening l’innovazione che nasce dagli archivi
Se il clima tra gli stand nei due giorni della 43a edizione di FILO si è sempre orientato al “sereno stabile”, il FILOHappening dedicato al legame indissolubile che porta “Dagli archivi all’innovazione” ha chiuso nel modo migliore una prima giornata di lavoro intensa – per il numero e la qualità dei buyer presenti in fiera -, riuscendo a coniugare, come di consueto, interessanti spunti di riflessione e di dibattito con un’atmosfera più prettamente conviviale.
L’incontro è stato aperto dal saluto di Roberto Luongo, direttore generale di Ice-Agenzia: “FILO è una rassegna che mostra al mondo l’eccellenza italiana nei filati e per questo ha un ruolo ben preciso nel Piano straordinario per il made in Italy – ha sostenuto Luongo – Il Piano e, più in generale, la nostra attività come Ice-Agenzia rispondono a una strategia complessiva, volta a favorire l’internazionalizzazione del paese, sia richiamando un maggior numero di visitatori stranieri nelle fiere nazionali sia promuovendo la partecipazione delle aziende italiane a eventi internazionali. Proprio a questi obiettivi, raggiungibili solo attraverso una maggiore collaborazione e sinergia lungo tutta la filiera, risponde la partecipazione di FILO alla Milano Unica China di Shanghai nel prossimo ottobre”.
Marilena Bolli, Presidente dell’Unione Industriale Biellese, ha dato avvio alla discussione vera e propria tracciando il quadro congiunturale del settore filati: “per il 2015 si vedono condizioni favorevoli alla ripresa. Come imprenditori, crediamo il ritorno alla crescita (che per noi è tale solo a partire dal + 2 per cento) sia un obiettivo realizzabile purché le aziende siano messe nella condizione di poter continuare a investire in innovazione dei prodotti e dei processi, ma anche in formazione degli addetti”.
Quanto all’interrogativo su quali siano le fonti di ispirazione per far fiorire quell’innovazione nei filati, Gianni Bologna (direttore creativo di FILO) ha risposto ricordando che “l’unico modo per uscire dal circolo vizioso della “nuova mediocrità” è onorare l’arte tessile. E in questo contesto, gli archivi tessili non costituiscono solo la testimonianza della ricchezza e della maestria del lavoro svolto in passato, ma sono una vitalissima fonte di ispirazione per i materiali di oggi e di domani”. Mentre Danilo Craveia (archivista) ha voluto sottolineare come “Gli archivi delle industrie costituiscono la memoria del prodotto, la memoria del saper fare, la memoria dell’eccellenza. E la memoria è la benzina del motore dei progetti. Investire nel recupero di queste risorse produce consapevolezza e nuove possibilità. Il Biellese, per esempio, ha già iniziato questo percorso con il Centro Rete Biellese degli Archivi Tessili e Moda”. Gli ha fatto eco Marco Rubichi (Promemoria – Archives & Heritage Vision), secondo il quale “L’archivio realizza la più concreta delle storytelling aziendali. Per questo motivo la sua messa a valore si rivela spesso una strategia vincente soprattutto dal punto di vista commerciale, per via della conseguente valorizzazione del brand. Un esempio concreto? Il caso della Vitale Barberis”.