
Il Filo della conoscenza passa per la sostenibilità
La 44a edizione di Filo è stata anche l’occasione per presentare lo studio “Analisi comparativa tra Europa e Stati Uniti degli standard eco-tossicologici nei settori tessile, abbigliamento, pelli e pelletteria e calzature”, redatto dall’Associazione Tessile e Salute su incarico di Ice-Agenzia.
Lo studio – che è stato presentato in un incontro promosso da Ice-Agenzia di Milano in occasione di Filo – rientra nell’ambito del programma di promozione straordinaria del made in Italy promosso dal ministero dello Sviluppo economico e rappresenta un approfondimento finalizzato alle trattative per la definizione di un accordo di libero scambio tra Europa e Stati Uniti (Transatlantic Trade and Investment Partnership – Ttip).
A introdurre l’incontro è stata Marinella Loddo (direttore Ice-Agenzia – Milano), che ha affermato “La conoscenza è un fattore importante per lavorare sui mercati esteri e lo studio redatto dall’Associazione Tessile e Salute è un’analisi tecnica che ci consente di avere una migliore comprensione del mercato Usa, che è uno dei più interessanti per il made in Italy nel suo insieme”.
Pier Francesco Corcione (direttore dell’Unione Industriale Biellese) ha ricordato come “Pensare futuro (tema della 44a edizione di Filo) e conoscenza siano elementi decisivi per le imprese che vogliono posizionarsi con successo in mercati in continuo cambiamento. Focalizzare l’attenzione delle aziende sull’innovazione, aiutarle a farsi conoscere sui mercati esteri e definire insieme una serie di regole di riferimento sono gli impegni sui quali tutto il sistema industriale italiano deve concentrarsi e fare squadra”.
Marino Vago (vicepresidente vicario di Sistema Moda Italia) si è invece soffermato sulla necessità di “far diventare un’opportunità quello che ora è visto come un vincolo”. E la sostenibilità dell’industria tessile-abbigliamento può esserne un esempio concreto.
Gianpaolo Bruno (Ice-Agenzia Roma) ha sottolineato come più ancora dei dazi, oggi “sono le barriere non tariffarie – che spesso mascherano intenti protezionisti – a costituire un ostacolo all’internazionalizzazione delle nostre imprese. Perciò, l’innovazione, specie se dettata da standard condivisi, è un imperativo categorico nelle catene del valore”.
Articolato l’intervento di Mauro Rossetti, che ha curato lo studio e ne ha illustrato al convegno caratteristiche e obiettivi, ricordando che “per le piccole e medie imprese italiane le regole per l’esportazione di prodotti verso gli Stati Uniti rappresentano un paradigma per esportare in tutto il mondo. Standard condivisi dall’industria tessile-abbigliamento nel suo insieme permetterebbero, dunque, di risparmiare su molti costi, a cominciare da quelli di consulenza o di gestione interna. E le nostre imprese possono trarre grande vantaggio da tracciabilità e trasparenza lungo tutta la filiera”.
Biella, 21 ottobre 2015