
Settembre, il mese del sistema della moda
Settembre è un mese molto importante per il tessile-abbigliamento. Basti dire che, solo a Milano, prima della 46a edizione di Filo (28 e 29 settembre) si tengono due appuntamenti che richiamano i buyer di tutto il mondo: Milano Unica e le sfilate della moda maschile.
Appuntamenti così importanti sono anche l’occasione per fare il punto sulla situazione e le prospettive future del settore: unità del sistema moda, grande attenzione al cambiamento e forza del made in Italy sono i temi sui quali si è più insistito.
Così, nel suo discorso d’apertura il presidente di Milano Unica, Ercole Botto Poala, ha sostenuto con forza la necessità che gli imprenditori si assumano “i necessari rischi per affrontare un mondo in rapido cambiamento. Siamo obbligati a intraprendere nuove strade e a cambiare, innovando, ma dobbiamo farlo con la massima unità possibile, con la convinzione che solo se agiremo uniti, superando i campanilismi di distretto, sapremo sfruttare le opportunità che le trasformazioni in atto portano con sé”.
Nella stessa occasione, Claudio Marenzi, presidente di Sistema Moda Italia, ha ribadito: “Nella promozione del made in Italy, le distinzioni settoriali sono finite e bisogna iniziare a ragionare per temi”. Aggiungendo “L’industria del tessile-moda è cresciuta del 1,1% lo scorso anno e continua anche in questi primi mesi dell’anno a seguire un trend simile. L’andamento è però controbilanciato da una diminuzione nel numero di aziende. Una situazione in chiaroscuro che possiamo risolvere solo se continuiamo con coraggio e decisione a fare sempre più sistema, mettendo al centro un unico grande brand: l’Italia”.
Ivan Scalfarotto, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, si è invece soffermato sul tema della date delle prossime edizioni dei saloni tessili e ha auspicato un futuro in cui “non bisognerà adattarsi al calendario altrui, perché le aziende italiane faranno il calendario altrui. Noi italiani dobbiamo arrivare a dettare le regole del gioco”.
Scalfarotto ha poi riconosciuto la moda come uno dei pilastri dell’economia italiana: “è la seconda voce del nostro export (con 60 miliardi di euro di vendite all’estero, se si considera il fashion nella sua accezione allargata). E il governo Renzi ha dato al sistema il suo pieno sostegno, a partire dal piano straordinario per il made in Italy, e investimenti per 160 milioni”.
Biella, 21 settembre 2016