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Poche speranze per il Ttip

Germania e Francia hanno dichiarato la “morte politica” del Ttip, il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti. Per Berlino ha parlato il vicecancelliere e ministro dell’Economia Sigmar Gabriel, che in un’intervista ha rivelato come durante la tornata di trattative all’inizio dell’estate non sia stata trovata un’intesa su nessuno dei ventisette capitoli in discussione. Parigi ha invece annunciato l’intenzione di chiedere ufficialmente la fine dei negoziati. Molto diversa la posizione dell’Italia, che con il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda riafferma la volontà di “andare avanti con le trattative”.

A portare il negoziato sul Ttip sull’orlo del fallimento sono le diffidenze delle opinioni pubbliche di entrambe le sponde dell’Atlantico. Se infatti in Europa si teme che il trattato apra la strada a un indebolimento delle tutele di consumatori e lavoratori, negli Stati Uniti in molti lo vedono come una ulteriore minaccia alla working class americana impoverita, cosicché entrambi i candidati alle elezioni presidenziali hanno preso le distanze dal Ttip, anche se con toni diversi.

Eppure, sostiene Carlo Calenda “L’accordo tra Unione Europea e Stati Uniti è un antidoto alla globalizzazione così come l’abbiamo vissuta fino a oggi, perché crea la più grande area di libero scambio nel mondo con standard elevati, che diventano automaticamente globali. È il modo in cui l’Occidente può riprendere in mano il timone della globalizzazione”.

Per una continuazione dei negoziati si sono espressi anche gli industriali europei: Emma Marcegaglia, presidente di Business Europe, ha infatti dichiarato che “il Ttip è troppo importante per fallire”. Secondo Marcegaglia, infatti, “dobbiamo spingere la crescita e la creazione di posti di lavoro in Europa e il Ttip è uno dei migliori mezzi per farlo”.

Biella, 7 settembre 2016

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