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56a edizione

INTRODUZIONE

A cura di Gianni Bologna

Vi sembrerà un’ovvietà ripetere che le tradizionali categorie estetiche di piacere e di gusto, di sentimento e di giudizio, appaiono da tempo inservibili per comprendere l’oggi.
Un oggi che, come ben sapete, è caratterizzato da fenomeni complessi, da esperienze insolite e spesso spiazzanti che caratterizzano la sensibilità, le modalità espressive a molteplici livelli e la società contemporanea in senso lato e, ciò che più ci interessa, le conseguenze a livello di consumi.
E’ infatti lapalissiano che queste categorie siano da tempo sempre più caratterizzate dalle contaminazioni, dagli scambi e dai continui slittamenti dei significati. Questo è il tema da affrontare se si vuole ragionare prospetticamente e non quello dell’importanza di sapere se è/sarà/potrebbe essere “di moda” il blu pervinca o lo jacquard geometrico.
In un periodo spiazzante come quello che abbiamo vissuto e che tuttora stiamo vivendo l’insignificanza del blu pervinca può invece diventare un punto focale nella elaborazione di un nuovo pensiero costruttivo sul prodotto. Materiali, forme, tecnologie sofisticate o rielaborazioni di spunti arcaici devono tentare di pervenire ad un’innovazione che non sia retriva né gratuitamente disorientante.
Proviamo allora a lavorare sul percorso creativo che accosti visioni tra loro lontane avvicinando stili e prodotti, estetiche e progetti industriali non in termini di contrapposizione ma nella forma di una intermedietà. E’ di vitale importanza allontanarsi dal mainstream e mettersi in ascolto per poi pensare quanto è rimasto di impensato tanto nella tradizione quanto nella modernità.
Non dimentichiamo che solo con la massima attenzione verso il presente si possono realizzare prodotti davvero nuovi che, questi sì, possono poi diventare “tendenze”.
Intermedietà, dunque, ispirata all’ attenzione al presente che resta centrale nel nostro pensiero e che tuttavia non è da confondere con la patologia del presentismo e con l’adeguamento passivo alla realtà esistente.
Un punto fermo: in ogni caso non si intende parlare di “ibrido” in stile melting-pot da spot televisivo si parla invece di una elaborazione di un pensiero “altro” che generi prodotti “altri”. E’ possibile che in ciò vi sia una parte di utopia, ma uno slancio bisogna pur tentarlo.

UNA NOTA A MARGINE
Tutta la presentazione è strutturata su insiemi di tipologie di filati non suddivise per fibra ma più generalmente per “aspetti” e ciò per meglio rappresentare il concetto di base che presiede a questa proposta ovvero la intermedietà e l’intreccio. Non si è inoltre voluto scendere nello specifico delle composizioni dei tipi che, come sempre, sono affidate alle scelte tipologiche aziendali e ai loro creatori.

POST CONTEMPORANEO

Ciò che c’è e che resterà.
Le forme semplici con i nuovi materiali tessili performanti e sostenibili.
Le forme complesse ispirate alle movenze naturali con materiali tradizionali e rassicuranti.
Rielaborazioni e variazioni su forme note – come righe e quadri – anche più “esplose” e caleidoscopiche ma a volte anche molto “strutturate”.
Geometrie regolari, geometrie astratte e forme grafiche che sfociano in alcune interpretazioni complesse e irregolari dell’espressione naturale pura.
Si sottolinea così la necessità di prodotti tecnicamente innovativi ma anche di prodotti compatibili che qui si materializzano in un realismo che a tratti sconfina nell’onirico.

NEO ANTICO

Il sapore e la visione attuale del minimalismo e della decorazione semplici con le loro simmetrie ed asimmetrie elementari che si situano tra la spontaneità delle forme primigenie e la rigidità dei manufatti realizzati sulla base di elementi poco elaborati e di materiali naturali anche con aspetti grezzi.
Parliamo di movimenti superficiali e di prodotti con superfici e/o decorazioni corrose e rese indefinite dal tempo in modo liberatorio e mai meramente pauperistico.
Una visione solo in apparenza contraddittoria di volumi diversi, colori e materiali tessili ispirati a quelle espressioni documentarie e artistiche degli albori della rappresentazione della realta’ con un occhio attento a quanto da questi lasciti hanno attinto alcune realizzazioni del design contemporaneo e del passato recente con atteggiamento interpretativo e mai nostalgico.

SENZA SCADENZE

Un gioco sul tempo e sui pieni ed i suoi vuoti che questo comporta, sulle estetiche acquisite come parte del nostro vissuto, sulle elaborazioni della memoria di forme e materiali che alludono non tanto a quanto ci aspettiamo che possa accadere in una prospettiva lunga ma molto a quanto permane nel DNA del nostro gusto in termini di forme e contenuti tessili e delle sue ricadute sul consumo (magari anche sul non-consumo).
Possiamo quindi ri-distillare questi stimoli e, per assurdo, giocare anche quel poco di disorientamento che possono causare.
Anche in questo caso puntiamo ad una riprogettazione del prodotto con un approccio attuale di mediazione tra i materiali innovativi e spunti estetici ripresi da ieri e un sano eclettismo irriverente e rivolto al domani.

CARTELLE COLORE

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