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FILO60 PER IL TESSILE BUONO, SANO, PULITO, GIUSTO E DUREVOLE

Il tessile “buono, sano, pulito, giusto e durevole” è stato il fil rouge dell’intera sessantesima edizione di Filo. Ma è in particolare durante la cerimonia di apertura che se ne è discusso, grazie alla presenza di Dario Casalini, fondatore di Slow Fiber, e Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia.

È stata una cerimonia di apertura in perfetto stile-Filo quella della 60a edizione del Salone dei filati e delle fibre: efficace, concreta e capace di affrontare un tema cruciale per il futuro dell’industria tessile: la realizzazione di prodotti tessili buoni, sani, puliti, giusti e durevoli.
Il dibattito condotto da Dario Casalini, fondatore di Slow Fiber, è stato preceduto da alcuni interventi più istituzionali. Paolo Monfermoso, responsabile di Filo, ha introdotto i lavori con dati e novità del Salone. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha inviato un messaggio di saluto, nel quale ha voluto sottolineare come “il successo di una punta di diamante del tessile, quale quello rappresentato a Filo, possa essere determinante per arrivare a un’economia realmente circolare nel settore”. Elena Chiorino, assessore Istruzione e merito, Lavoro, Formazione professionale, Diritto allo studio universitario della Regione Piemonte, ha ribadito come sia apprezzabile “la progettualità sulla sostenibilità del tessile, che tuttavia deve mantenere gli stessi livelli di qualità attuali”. Bisogna dunque sviluppare “le competenze necessarie per essere al passo con le esigenze delle aziende, un obiettivo che è al centro della riforma dell’istruzione tecnica appena varata dal governo”. Pier Francesco Corcione, presidente di ITS-TAM Biella, ha ricordato che “il territorio di Biella è sempre stato in prima linea in fatto di responsabilità di impresa”. Oggi, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità bisogna sostenere lo sviluppo di competenze e sulla formazione continua, attraverso gli Its. Soprattutto, però, è compito delle grandi imprese diventare un traino per le più piccole, per diffondere e sviluppare la consapevolezza e la responsabilità sui temi ambientali e sociali lungo tutta la filiera”.
Nel corso del dibattito, Dario Casalini ha spiegato la mission e gli obiettivi di Slow Fiber, mentre Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, ha ricordato le analogie tra cibo e il mondo del vestire e dell’arredamento e ha ripercorso le tappe dell’esperienza di Slow Food, sottolineando l’impegno per dare il giusto valore al cibo, praticando e diffondendo il rispetto verso chi lo produce in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali. A interpretare i cinque aggettivi che definiscono il tessile di Slow Fiber sono stati i rappresentanti di altrettante aziende che aderiscono al network: “buono, sano, pulito giusto e durevole” hanno così assunto un significato concreto, trasportato nelle buone pratiche quotidiane di reali processi produttivi.

 

Biella, 4 Ottobre 2023

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